La mia testimonianza

Avendo ricevuto tanto da Gesù, il minimo che posso fare — oltre ad essergli eternamente grato — è dare il mio piccolo contributo affinché le sue parole e la sua chiamata arrivino il più lontano possibile.

Se quindi la mia testimonianza e il materiale che condividerò in questo blog dovessero essere di ispirazione anche solo per un'anima, ne sarò felicissimo: significherà che, da qualche parte nel mondo, il nostro amato Gesù avrà trovato un'altra anima pronta a consolarlo e ad amarlo sopra ogni cosa, offrendosi a Lui come Ostia vittima d'amore per la salvezza delle anime.

Non saprei da dove cominciare se dovessi raccontare come o quando Gesù ha voluto farmi conoscere e poi desiderare questa Sua chiamata ad Anima Ostia. So solo che è accaduto, e da quel momento nulla è più stato come prima.

Non lo sa nessuno... solo io e Lui.

Sono certo che nessuno potrebbe sospettarlo di me, visto che conduco una vita comunissima (lavoro, famiglia, svago), accompagnata persino dalla fama di "persona di mondo" che mi sono costruito negli anni in cui mi ero allontanato da Gesù, prima che Lui mi riprendesse per un orecchio e mi rimettesse sulla giusta via.

Dopo aver fatto la Prima Comunione e la Cresima, per un motivo che non so spiegare ho continuato a frequentare la Chiesa, forse anche grazie a mia madre, particolarmente devota alla dolcissima Vergine Maria.

Anche se non pienamente cosciente, da bambino recitavo con lei il Rosario prima di dormire e insieme abbiamo fatto diverse consacrazioni: al Sacratissimo Cuore di Gesù e di Maria, i primi nove venerdì del mese, i primi cinque sabati, ecc.

Crescendo, durante le scuole superiori, ho continuato il mio cammino di fede, ma questa volta non perché spinto da altri: lo facevo perché lo volevo io.

Ricordo che quando feci la mia offerta a Gesù come Anima Ostia ero pieno di energia, come se Lui mi avesse colmato di una forza inspiegabile. Sentivo di essere pronto a tutto per Lui. L'idea di accettare sofferenze che Lo avrebbero consolato e aiutato a salvare anime mi rendeva felice e motivato.

Ma dopo l'offerta bisogna passare ai fatti... e Gesù comincia a metterti alla prova. Dopo un primo periodo vissuto con grande fervore, in cui superai tante tentazioni, arrivò il buio totale.

In poco tempo la mia vita divenne sregolata. Pur consapevole che stavo sbagliando, inspiegabilmente continuavo. Ero caduto proprio in quei peccati per i quali, fino a poco tempo prima, offrivo riparazioni a Gesù.

Gesù era passato dall'essere il mio amico intimo a un estraneo. Più mi allontanavo, più mi era difficile rivolgergli un pensiero. Per vergogna cercavo di non ascoltare la voce della mia coscienza e mi tenevo occupato con divertimenti e piaceri di ogni tipo.

All'apparenza avevo tutto: carriera, divertimento, ragazze. Ma poco a poco tutto questo iniziò a perdere gusto. Mi appagava, sì, ma sempre meno. Mi ero reso schiavo di quella libertà sfrenata che, invece di riempirmi, mi lasciava sempre più vuoto.

La soluzione? Raddoppiare, triplicare. Commettere peccati più gravi per cercare di ritrovare la stessa ebbrezza. Ma nulla. Più insistevo, più la voce di Gesù si faceva chiara dentro di me:

"Stai vivendo senza rinunciare a nulla. Sei felice davvero? Ricordi la serenità che ti davo quando offrivi riparazioni? Ti sei dimenticato la promessa che mi hai fatto? Forse tu sì, ma Io no! Arrenditi: sono pronto ad accoglierti a braccia aperte. Ho permesso che tu provassi la differenza tra la felicità del mondo e quella che solo Io posso darti. Ora scegli tu."

E così, in un momento che non mi aspettavo, Gesù irruppe di nuovo nella mia vita con potenza, riprendendosi ciò che era suo: quell'Anima Ostia che da anni attendeva il ritorno.

Un giorno conobbi una ragazza che sarebbe poi diventata mia moglie, proprio nel luogo in cui meno mi sarei aspettato che Gesù mi venisse a cercare. Solo allora capii che aveva esaudito una mia preghiera infantile: gli avevo chiesto di donarmi una compagna di fede per affrontare insieme certe tentazioni. Ci mise vent'anni, ma lo fece.

Il cammino non è stato facile. Dopo aver vissuto immerso nel mondo, non puoi tirartene fuori dall'oggi al domani. Gesù ti mette alla prova: devi dimostrare se sei davvero suo, se gli appartieni. Le umiliazioni e le incomprensioni degli altri diventano allora occasione di riparazione.

L'Anima Ostia vive in continua lotta: nel cuore aspira alla santità, ma nella vita concreta cade spesso. È come un ex alcolista costretto a vivere in una fabbrica di liquori: sa che basta un attimo di distrazione per ricadere.

La sola salvezza è tenere la mente sempre occupata con Gesù. E così la giornata diventa un continuo dialogo con Lui: al lavoro, per strada, tra gli amici. Gesù diventa l'Amico sempre al telefono, fedele, che aspetta solo una parola per risponderti con dolcezza.

Ma è stancante. A volte sembra di non farcela. Ed è proprio allora che Gesù interviene con un dono: un brivido di pace e gioia che ti attraversa il cuore, un piccolo assaggio di Paradiso che ridà forza e rinnova la fedeltà.

Non è sempre così: a volte permette che tu cada nello sconforto più totale, senza neppure la forza di pregare. Ma anche questo serve: Gesù usa la tua agonia per dare luce e forza ad altre anime.

Io non mi sento affatto all'altezza: cado mille volte, mi rialzo mille volte. Ma l'unica soluzione è continuare ad umiliarmi davanti a Lui e offrirgli tutto, anche la mia miseria.

La sua felicità viene prima della mia. Io come un bambino resterò aggrappato ai suoi piedi, aspettando fiducioso che mi tocchi con la sua grazia.

Viva Gesù e viva Maria!

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